La storia del passato come possibilità di sviluppo futuro. A Laurenzana un gemellaggio con Gravina di Puglia
16-03-2013 08:44 - notizie 2013
Un momento del convegno a Laurenzana
LAURENZANA - Ci sono stati dei legami reali tra la contea di Gravina ed il feudo di Laurenzana? Può un affresco testimoniare un passaggio eccezionale: quello di Manfredi di Svevia a Laurenzana? Quando è stato edificato il convento di Santa Maria della Neve? Interrogativi a cui storici e studiosi hanno provato a dare risposte nel corso del convegno "Di là, dove?", tenutosi nel Polifunzionale di Laurenzana. Un incontro storico-culturale che ha sancito anche un solidale e concreto gemellaggio tra le Pro Loco di Laurenzana e Gravina in Puglia (Bari). «La promozione del turismo religioso è sicuramente un nostro obiettivo preciso». Sono state queste le parole della presidente della Pro Loco di Laurenzana, Carmela Beneventi, e del sindaco Domenico Urga, che hanno aggiunto: «per raggiungere degli ottimi risultati è importante una fattiva collaborazione tra gli enti locali e le associazioni presenti sul territorio». Storici e studiosi hanno, poi, provato a sciogliere qualche enigma, relativo alla storia di Laurenzana. Il presidente della Pro Loco di Gravina, Fedele Raguso, ha esordito facendo un "tuffo" nella storia passata. «Dall´undicesimo secolo in poi - ha detto Raguso - ci sono stati dei legami tra la contea di Gravina ed il feudo di Laurenzana. Legami di carattere feudale, ecclesiastico e commerciale. Soffermandoci sul legame feudale - ha aggiunto il presidente Raguso - possiamo dire che dopo la morte di Federico II di Svevia avvenuta nel 1250, suo figlio Manfredi ottenne il Principato di Taranto e la contea di Gravina. Un suo fedele sostenitore, Guglielmo "Il Grosso", divenne il feudatario di Laurenzana, come riportato dal "Catalogo dei Baroni del Regno Normanno"». Due interrogativi hanno, successivamente, animato il convegno: Manfredi di Svevia è realmente passato da Laurenzana, come sembra indicare un affresco presente nel convento di Santa Maria della Neve? In quale periodo è sorto il convento di Santa Maria della Neve? Il professore Rocco Motta, presidente del Fondo "Venerabile servo di Dio Beato Egidio da Laurenzana", sostiene la tesi del passaggio di Manfredi a Laurenzana, anzi «quell´affresco - ha sottolineato - potrebbe averlo addirittura commissionato lo stesso Manfredi, che si stava recando a Taranto, non potendo attraversare la Val d´Agri, dove non era ben visto». Il professor Motta, inoltre, ha puntualizzato che questo evento sarebbe avvenuto nel 1254 e «sono convinto - ha sostenuto - che in quel periodo già erano presenti, a Laurenzana, i frati francescani, provenienti da Marsicovetere». «Non è provato scientificamente che il personaggio raffigurato nell´affresco sia proprio Manfredi di Svevia - ha evidenziato la dottoressa Antonella Pellettieri, dirigente di ricerca del Cnr». Per quanto concerne, invece, l´istituzione del convento di Santa Maria della Neve di Laurenzana, la dottoressa Pellettieri ha rinvenuto documenti che attesterebbero la costruzione dell´opera tra il 1488 ed il 1512. Il professore Motta parla di qualche decennio prima (1463-73), come riportato in uno scritto di padre Bonaventura da Laurenzana. Ricordiamo che l´antico convento francescano, dove ha vissuto il Beato Egidio da Laurenzana, è stato trasformato in cimitero nella seconda metà del diciannovesimo secolo, quando, con la caduta del governo borbonico, furono soppressi gli ordini religiosi (Legge del 7 luglio 1866). «E´ un ambiente inospitale, divenuto posto di seppellimento - ha ricordato l´ingegnere Giovanni Morena, segretario del Fondo "Venerabile servo di Dio Beato Egidio da Laurenzana" - ed è obbligo morale dei laurenzanesi e delle istituzioni portare rispetto a questo antico edificio religioso». Nel corso del dibattito, inoltre, sono state avanzate alcune proposte da inserire in un piano quinquennale, culminante nel 2018, data in cui si ricorderanno i cinquecento anni della morte del Beato Egidio da Laurenzana. Il convento di Santa Maria della Neve è tuttora oggetto di un´iniziativa del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) e del "Quotidiano della Basilicata" dal novembre del 2011, nell´ambito del progetto "Adotta un monumento". La dottoressa Antonella Pellettieri ha precisato che il progetto, attualmente, è in una fase di blocco; gli studi e le relative ricerche sono stati fatti. L´impegno, ora, è quello di portarlo a termine. (Donato Pavese)
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