“Le aree della Val Camastra, del Sauro e della Val d’Agri non possono sopravvivere se completamente escluse dalle Zone economiche speciali (Zes)”. Lo sostiene Giulio Ruggieri, assessore comunale di Calvello
09-12-2018 09:40 - notizie 2018
CALVELLO - L’assessore comunale di Calvello, Giulio Ruggieri, ha scritto all’assessore regionale alle Politiche di sviluppo, lavoro, formazione e ricerca, Roberto Cifarelli.
«L’istituzione delle Zone economiche speciali (Zes), secondo quanto previsto dalla normativa italiana, costituisce una reale opportunità di crescita per la Basilicata, probabilmente il più importante disegno di politica industriale capace di attrarre investimenti, nonostante l’enorme gap infrastrutturale, legato alla presenza di una rete viaria inadeguata, di una rete ferroviaria obsoleta e dell’assenza di aeroporti che, di fatto, non consentono di sostenere lo sviluppo socio-economico dell’area.
Per la Basilicata è previsto, a seguito di un processo di negoziazione in sede di conferenza Stato Regioni, una superficie da destinare alle Zes pari 1.061 ettari, coinvolgendo le aree artigianali e industriali di San Nicola di Melfi, Tito, Galdo di Lauria, Jesce, La Martella, Val Basento 1 e Val Basento 2.
Mi preme sottolineare, da assessore del Comune di Calvello, come la Basilicata ha ulteriori aree artigianali-industriali, come la Val Camastra (Calvello, Abriola, Anzi e Laurenzana), l’area del Sauro (Corleto Perticara, Guardia Perticara, Gorgoglione) o l’area della Val d’Agri, che sono attualmente interessate dallo sviluppo del più grande polo petrolifero d’Europa, che ha permesso alla Regione Basilicata di riscuotere finora, royalties per un valore di 2 miliardi di euro.
Queste aree sono state completamente escluse dalle Zes, aree discriminate, aree fortemente violentate e sfruttate, tra l’altro senza conoscerne la motivazione di tale scelta.
Vi chiedo, di rivedere e di integrare queste aree nelle Zes, per dare la possibilità a queste aree di sopravvivere e di dare fiducia al territorio, fondamentale ad attrarre nuove aziende, ma anche per stimolare ulteriori investimenti dalle imprese locali, già insediate nelle aree interessate».