Laurenzana: la storia del brigante Domenico Rizzo, detto Taccone, rivive nel centro storico. In scena lo spettacolo itinerante
13-10-2023 18:28 - notizie 2023
LAURENZANA - Sabato 14 ottobre, in un suggestivo percorso itinerante per le vie del borgo antico e all'interno del castello feudale, sarà rievocata, a Laurenzana, la storia del brigante Domenico Rizzo, detto Taccone (laurenzanese di origine, nato nella seconda metà del 1700). La rievocazione, curata dalla locale Pro loco “Universitas Laurentianae”, è giunta alla sua settima edizione ed è censita quale manifestazione di interesse, nel 2022, dall'Istituto centrale per i beni immateriali del Ministero della Cultura. Il programma dell'evento prevede lo spettacolo itinerante de "Lì Fainzar" di Calvello, l'accampamento dei briganti nei pressi del castello di Laurenzana e l'apertura di un percorso enogastronomico alle ore 17; a seguire lo spettacolo "Misteri al Castello" (ore 18). Alle 19 il momento clou con la rievocazione storica del brigante Taccone ed alle 22 il concerto dei Musicamanovella. La vita di Domenico Rizzo, che amava definirsi "Re di Calabria e Basilicata", così come quella degli altri briganti, spesso analfabeti e vissuti alla macchia, è ricca di storia ed infarcita di leggenda. Gli avvenimenti risalgono a poco più di duecento anni fa, a cavallo tra il 1700 ed il 1800, quando molti centri lucani furono coinvolti dal fenomeno del brigantaggio. Era il periodo denominato “decennio napoleonico”, «caratterizzato da un'esplosione di ribellione popolare - spiega in una nota la Pro loco di Laurenzana - e violenza di massa, che i francesi definirono brigantaggio. Anche il brigante laurenzanese Domenico Rizzo, con la sua masnada di più di trecento uomini, seminò violenza e terrore tra la Calabria e la Basilicata». Taccone partecipò ai moti antinapoleonici in Basilicata nel 1806, ma si costituì il 7 settembre dello stesso anno a San Severino Lucano. Ottenuta l'amnistia ed a capo di oltre trecento briganti, rientrò a Laurenzana e venne assunto come mugnaio da Domenico Asselta, ricco galantuomo fedele ai Borbone. Proprio su incitazione di Asselta, Taccone riprese la lotta contro i francesi ed i notabili, che li sostenevano. L'episodio più noto della sua attività brigantesca accadde nel 1809, ad Abriola, dove la sua banda di briganti assaltò il castello, trucidando l'intera famiglia dei baroni Federici, ad eccezione di Carlo, figlio del barone, di appena dieci anni. Il governo francese pose una taglia sulla testa di Taccone ed inviò il generale Charles Antoine Manhès per fermare le sue scorribande sanguinarie. Catturato e condannato a morte, Domenico Rizzo, detto Taccone, fu impiccato il 6 settembre del 1810. Figura importante del periodo, degna di essere ricordata e che si incrocia con le tristi vicende del brigantaggio, è l'arciprete di Laurenzana, don Domenico Dell'Orco. Venne barbaramente ucciso il 19 agosto del 1809, per mano di un commando di briganti, fomentati dai Borbone e dalla locale vendetta feudale, per essersi fortemente impegnato nella difesa dei diritti del popolo meno abbiente. L'evento, inoltre, per volontà dell'amministrazione comunale di Laurenzana e del circolo culturale "Hortus Animae Laurentiana", troverà posto, nei prossimi anni, quale manifestazione di primario interesse, nel programma culturale del Parco letterario "Michele Parrella". (Donato Pavese)
"IL QUOTIDIANO DEL SUD - BASILICATA"