Laurenzana: in attesa che sia proclamato Santo, devozione rinnovata al Beato Egidio. Tanti fedeli in Chiesa Madre
15-01-2024 18:10 - notizie 2024
LAURENZANA - Una fede che si rinnova è quella che smuove le menti e i cuori del popolo dei devoti del Beato Egidio da Laurenzana, accorsi numerosi in Chiesa Madre, anche dai paesi del circondario e dal capoluogo di regione, per ricordare il 506° anniversario della sua morte. Fra’ Egidio, dell’Ordine dei minori francescani, è vissuto tra la seconda metà del 1400 ed il primo ventennio del 1500. E’ stato un umile servitore di Dio sull’esempio del maestro San Francesco d’Assisi. A distanza di oltre cinquecento anni dalla sua morte, sono ancora attuali alcuni aspetti della vita del Beato, incentrati sulla mitezza d’animo, sull’amore per la natura, sulla vita operosa non ostentata. E’ in attesa di canonizzazione: il desiderio dei tantissimi devoti è quello di poterlo chiamare, al più presto, Sant’Egidio da Laurenzana. D’altronde i moltissimi miracoli, da lui operati, e le sue capacità taumaturgiche sono splendide testimonianze della sua santità. Non mancano, inoltre, testimonianze pittoriche e di sculture del Beato nelle chiese di molti paesi. Per celebrare la “festa della nascita al cielo del Beato Egidio” sono state officiate due sante messe nella Chiesa Madre di Laurenzana. La celebrazione liturgica mattutina è stata presieduta dai padri francescani della Chiesa di Santa Maria del Sepolcro di Potenza (padre Lucio, padre Giuseppe e l’inossidabile ultra centenario padre Vitale) e dal parroco di Laurenzana, don Francesco Paolo Nardone. La solenne celebrazione eucaristica vespertina è stata concelebrata dall’arcivescovo metropolita di Potenza, mons. Salvatore Ligorio, e dall’arcivescovo di Acerenza, mons. Francesco Sirufo, coadiuvati dai presbiteri di Corleto Perticara, Anzi, Oppido Lucano e Tolve, e dal parroco di Laurenzana, don Francesco Paolo Nardone. Molto emozionante è stato, successivamente, il concerto lirico “San Francesco e il primo Presepe - Il Beato Egidio e il suo Natale”, a cura dell’associazione “Gli Amici delle Muse e delle Arti”. Ai brani conosciuti sul Natale, si sono aggiunti classici come “Dolce sentire” di Riz Ortolani. La superba esecuzione del “canto del Beato” e l’inno “Come pura e senza macchia” hanno commosso tutti i presenti. I festeggiamenti si sono conclusi con i fuochi pirotecnici. L’anniversario della morte del Beato Egidio è anche l’occasione per ricordare gli ultimi giorni di vita del Santo frate e gli anni immediatamente successivi. Morto il 10 gennaio del 1518, fu seppellito nella tomba comune dei frati, posta davanti ai gradini dell’altare maggiore nella chiesa del convento, con disapprovazione di molti che volevano per il Santo frate una sepoltura più onorevole. Infatti, il sepolcro era in pessime condizioni per l’acqua che continuamente vi penetrava da più parti, per cui a giudizio di persone competenti, in brevissimo tempo i cadaveri si disfacevano interamente. Ecco il prodigio come dal “Compendio sulla vita del Beato Egidio” di Vincenzo Scognamiglio: «dopo sei anni dalla morte di Frate Egidio, quel sepolcro venne riaperto per deporvi un altro frate. Il corpo del nostro beato non si era punto corrotto! In ginocchio, con la corona tra le mani, fu trovato in atto di pregare, rivolto all’altare del santissimo sacramento. Tramandava una fragranza gratissima, il volto, le membra erano freschi, asciutti: flessibili le giunture come se allora fosse morto». (Donato Pavese)